Iran: la minoranza etnica del Baluchistan e i diritti umani dimenticati all’ombra della One Belt One Road in Pakistan.

Quanto ne sapete delle minoranze etniche in Iran?  Non esistono solo la Persia e i persiani, le minoranze etniche rappresentano quasi il 40% del territorio e tutto sembra lontano anni luce da Tehran e dalle nostre bibliografie sempre e solo piene di 1979.

Oggi con l’aiuto di un coautore, il sociologo iraniano Mehdi Dorazehi, parliamo della sua terra, il Sistan – Baluchistan.

I baluchi rappresentano solo il 2% della popolazione iraniana, si tratta comunque di numeri importanti in un paese di 81 milioni di abitanti, i baluchi sono 4,8 milioni (hanno 5 dei 265 seggi in parlamento prescelti dal governo). Una minoranza musulmano sunnita in un paese a maggioranza sciita e non solo. Amnesty International dedicò nel 2007 un report su questa realtà dove i diritti umani sono spesso violati, cercheremo qui di capire il perché.  Se in Italia si tratta di una realtà poco conosciuta, in Asia il Baluchistan Iraniano è marginale, noto come Baluchistan Occidentale è parte di una regione tripartita tra Iran con 4.8 milioni di abitanti e 280,000 km², Pakistan con 350,000 km² per 12 milioni di abitanti, e l’Afghanistan con 500.000 abitanti distribuiti su 60,000 km².

Balochistan region in pink. Source: CIA

Dieci anni fa, il tentativo di far luce sulle violazioni dei diritti umani in Iran di cui fino allora c’era un certo interesse antropologico per una regione con suoi usi e costumi di cui si occupò anche l’antropologo italiano  Ugo Fabietti che negli anni ’90 ha pubblicato Etnografia della frontiera. Antropologia e storia in Baluchistan (1997). Oggi si cede il passo ad un approccio geopolitico legato alla corsa all’accaparramento di materie prime con forti implicazioni dal China Pakistan Economic Corridor (CPEC) compreso nella strategia cinese della One Belt One Road. La bibliografia esistente come il libro Bolochistan – The Quest of Freedom di Syed Ramsey (2017)

Perché il Baluchistan orientale (Pakistan) appare così strategico? Il Porto di Gwadar è diventato un hub per lo sfruttamento dei gasdotti del Baluchistan per i cinesi e da lavoro ai lavoratori Pashtun (maggioranza etnica dell’Afganistan e della popolazione del Punjab a discapito dei Baluchi). Un bacino di risorse che fa da hub per l’Asia Centrale. La regione produce anche 1/3 del pescato dell’area e interessa alla Russia mentre l’India – in funzione  anticinese – accusa il Pakistan del genocidio della popolazione del Baluchistan (e fa riferimento anche al genocidio dei cinesi iuguri nella regione del Xinjiang). L’India, che si ancora a Stati Uniti e Israele dal suo canto vede in Baluchistan alcune risorse strategiche per l’industria tecnologica indiana mentre gli Stati Uniti cercano di monitorare la proliferazione nucleare dell’aria. Ma Il porto di Gwadar rende visibili ai cinesi eventuali traffici di merci tra Iran  e India.

L’India risponde con investimenti nel porto franco iraniano di Chabahar , sviluppando una rete di  ferrovie nell’Iran orientale con accesso all’Asia centrale attraverso l’Afghanistan evitando la rotta pachistana in quanto pro cinese.

Ma tutto questo intricato scacchiere deve far conto con i gruppi terroristici locali di Afghanistan, Pakistan e Iran su un territorio, quello del Baluchistan, altamente militarizzato sui confini delle nazioni che lo dividono.

Intanto la Cina in Iran non resta a guardare, salta agli onori della cronaca l’accordo tra Xi Jing Pin e Tehran per un investimento intensivo di 25 anni tra interessi petroliferi, coperture finanziarie e investimenti cinesi nell’elettrificazione delle ferrovie. I contenuti non sono chiarissimi né tantomeno dazi e sanzioni nell’area danno un quadro chiaro della situazione in evoluzione.

Come viveMehdi Dorazehi tutto questo? Mehdi è emigrato in India per studiare.

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Emigrare è un fatto in Iran: per ottenere un passaporto (e per sposarsi), in Iran gli uomini devono svolgere 21 mesi di servizio militare, per Mehdi è stato un doppio sforzo perché essere una minoranza etnica e linguistica tra gli altri militari era una discriminante. Ma partito per l’India, nel 2014 si è laureato in Sociologia all’Università di Pune, oggi quinta città per sviluppo economico nell’hitech dopo Bangalore, Chennai, Hyderabad e Mumbai. Perché l’India? Ai tempi della scuola fu l’esame di inglese IELTS a scegliere per lui, con il suo punteggio non sarebbe potuto accedere alle università europee e così il karma scelse l’India dove gli studenti baluchi non mancano. Oggi è tornato in Iran ma sa bene che per trovare lavoro ai Baluchi iraniani – al di là degli attuali embarghi – è offerto poco. Molti suoi colleghi iraniani dell’Università di Pune sono emigrati verso l’Oman ma anche un ritorno in India non gli dispiacerebbe.

A proposito del passato:  il Baluchistan occidentale fu annesso all’Iran ai tempi dello Shah nel 1928. Per la popolazione non persiana lo shah e il regime degli ayatollah non fa tanta differenza in termini di deprivazioni. Il pregiudizio verso i Baluchi è un discrimine religioso: sono musulmani sunniti hanafiti, in Iran i nemici dei persiani vengono etichettati per stereotipo come amici di Stati Uniti e Israele, nel caso dei sunniti sono anche avvicinati a una comunione di intenti con l’Arabia Saudita.

La famiglia Dorazehi in realtà non sarebbe nemmeno sunnita, suo nonno è stato forzato alla conversione ma nacque Zikri, una setta musulmano – sincretica ispirata al Mahdismo che aspetta la venuta del Mahdi combinando elementi sincretici di islam, cristianesimo ed ebraismo ed è considerata un’eresia dalle scuole islamiche tradizionali al pari del sufismo.

Ci sono ONG che operano nel Baluchistan Iraniano?A detta di Mehdi, oltre alle Nazioni Unite si vede qualche sparuto intervento di Relief International.

Nella tesi di laurea di  Gelareh Manghebati, Almost Iranians: the forgotten people of Iranian Balochistan. Exploring armed ethnic conflict and terrorism in Iranian Balochistan after the 1979 Islamic Revolution  (2015) discussa in Canada all’Università del Manitoba, il 20% dei bambini sotto i 5 anni soffre di malnutrizione,44% delle donne incinte ha carenza di ferro e i bambini nati morti al parto (natimortalità) è del 12%, il doppio della media nazionale iraniana. Medici Senza Frontiere nel 2010 denuncia le condizioni del Baluchistan pakistano in cui assenza di acqua potabile e latrine sono la causa di malnutrizione, diarrea, aborti e infezioni ai polmoni, spesso mortali.

Suo padre fu militare nella seconda guerra mondiale al fianco degli inglesi e mentre nel 1947 il Pakistan annetteva il Baluchistan Orientale, lui lavorava in Kuwait dove conobbe sua moglie, anche lei del Baluchistan Iraniano e tornarono in Iran insieme e dove per 35 anni ha lavorato per una cooperativa di welfare agricolo, oggi lo Stato Islamico gli nega la pensione.  Nel quadro generale è una sorta di fortuna perché con la tripartizione del Baluchistan i matrimoni misti tra baluchi di varie nazioni non sono concessi dall’Iran, motivo per cui oggi in Iran i figli di Baluchi di diverse nazionalità non hanno nemmeno la carta d’identità e viene loro negato anche il diritto basilare all’esistenza. Sta qui la chiave delle deprivazioni del popolo Baluchistan che spesso non ha accesso all’istruzione primaria ed è dedito alla vita nomade con molte deprivazioni sanitarie e primarie. Si tratta soprattutto di una crisi legata alla carenza di acqua potabile che comporta morti per dissenteria, complicazioni in gravidanza e scarsità di cibo. Per avere un’idea queste le cifre del 2010 di Medici Senza Frontiere:

– Visite mediche effettuate: 56.991 (5 ospedali, 7 cliniche mobili, 6 centri per il trattamento della diarrea)
– Bambini malnutriti trattati: 3.637
– Acqua potabile distribuita ogni giorno: 1.250.400 litri
– Strutture igienico-sanitarie installate: 714 latrine
– Materiali distribuiti: 58.270 kit, 14.538 tende (a un totale di 39,283 famiglie)
– Staff di MSF impegnato: 125 operatori internazionali e 1.200 pakistani
– Spesa complessiva di MSF per l’emergenza in corso: 7.000.000 euro

Una sorta crisi dello Yemen ma con le peculiarità specifiche di Iran, Afganistan e Pakistan che per questioni logistiche, organizzative e di informazioni sono spesso a intermittenza nelle varie aree.

Dei dieci anni che ci separano da questi dati e dalla tesi di laurea del 2015 di Gelareh Manghebati, appare più sfocata l’idea di ‘greater Baluchistan’ della Agenda USA del 2011 visto che gli interessi nazionalistici sugli approvvigionamenti di merci e logistica ha messo in ombra le identità etniche e le spinte all’autodeterminazione. Limitandoci al caso iraniano, non sono mancati casi di gruppi terroristici: nel 2003 il gruppo terroristico Jundullah (Soldati di Dio)  che cercava supporto alle minoranze cercando concertazione con Khatami senza enfasi separatiste dallo stato iraniano . Il leader Abdulmalek Rigi morì suicida nel 2010 facendosi esplodere in una moschea sciita, l’esplosione causò 60 morti e 365 feriti. Da allora il gruppo ha perso potere cedendo il passo a  Jaish-ul Adl (Armata della giustizia) , che esordisce nell’ottobre del 2012 con un attacco suicida in una moschea sciita. Il gruppo raccoglie molti ex membri di Jundullah. Nel 2014 salirono alle cronache per il rapimento di 5 ostaggi: militari sul confine chiedendo uno scambio di prigionieri in Pakistan che furono ritrovati morti nel marzo 2015. Poco dopo il gruppo terroristico si dissolse.

I focolari terroristici più intensi si stanno concentrando verso Quetta in Pakistan con collegamenti anche con Daersh e facendo da interferenza agli affari commerciali cinesi dove la deprivazione del lavoro dei baluchi nei confronti di altri gruppi è il sintomo di recrudescenza sociale per l’accesso ai diritti.

In un ritorno allo studio ai diritti umani, i Baluchi in Iran non sono diversi da curdi e arabi, la loro lingua e i loro costumi sono vietati negli insegnamenti scolastici ufficiali.  Periferici, dediti all’agricoltura e con ancora molta vita nomade non lontano dai crocevia per i mercanti d’oppio per l’Afganistan, i Baluchi proseguono la loro lotta per i diritti lontano dai mass media e dai riflettori.

Iran, Baloch People
Iran Baloch | Balochistan | Baluch | Iran Travel Agency | Iran ...
Baluch Insurgents in Iran | The Iran Primer
UK: protest against enforced-disappearances of Baloch activists by ...

BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA

The Baluch insurgency: linking Iran to Pakistan, By Zia Ur Rehman 2014 – Norwegian Peacebuilding resources center

The Sociopolitical Culture of Iranian Baloch ElitesAhmad Reza Taheri

Unrepresented Nation and People organization, West Baluchistan

Extreme Inequality: The Human Rights Situation of Iran’s Baluch Minority

7 commenti

  1. Dear Chiara
    It’s kind of a tremendous article about Balochistan and Baloch people wanted to imply only two points here : 
    First of all, I’m so glad finally you finished your pen work in a very neat and undiluted way and you mentioned me as a co-author, about the situation in Balochistan in books and virtual writing aspects are valid, but in reality, ground, what am I working as a sociological researcher if you come and visit the peoples of this region, are more in deprived and more worst conditions.
    Secondly, they have no voice totally to be heard, they are so hopeful for the coming days and the future.
    Overall, you have done an extraordinary job completely from Italy with Italian sweet phraseology.

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  2. I very glad when i read this article there are few and rare researcher in world which see the violence an discrimination to minoritie ethnic from the bottom layer of the world society and specialy in the point of the hell in midleasst which are located between extremist eslamic government in the earth Iran,Afgasitsn,Pakistan، the poor baloch nation caught between these three plenty Extremists that today whole world are in war some with this dangerous mentality and unfortunately baloch nation is Siege and suronded in this hell but no one can hear baloch voice no one help baloch nation who are fighting among monsters from three sides .but I thank you so much you write this big violence against baloch nation.

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